La Ministra Ricostituita

Questa volta Valeria Fedeli non si è fatta trovare impreparata, quando è stata interrogata al Question Time del 6 dicembre  su un tema di grande attualità nei parlamenti di tutte e democrazie occidentali: “Iniziative di competenza volte a salvaguardare le manifestazioni che caratterizzano la ricorrenza del Natale in ambito scolastico“.

L’estensore della fondamentale questione, vitale per le sorti del Paese (specie considerata il livello della “cultura” religiosa, pure brandita coma arma identitaria contro “gli altri”), è Raffaele Vignali, deputato alfaniano ed ex presidente della Compagnia delle Opere, il potente braccio imprenditoriale di Comunione e Liberazione. L’Onorevole Vignali si è rifatto direttamente alla vicenda della scuola Ragusa Moleti di Palermo, ricordando con malcelata soddisfazione anche l’avventata dichiarazione della Fedeli davanti alla platea cattolicissima del “Festival della dottrina sociale della chiesa” contro il Dirigente Scolastico; dichiarazione doverosamente condannata da noi dell’UAAR, dai sindacati della Scuola e dagli stessi colleghi del Dirigente Scolastico, per la sua manifesta infondatezza e grave inopportunità, ancor più in quanto proferita da un’ex sindacalista.

Nel frattempo però la Ministra si è documentata, ci piace pensare anche per merito nostro: nella sua replica ha infatti citato la Costituzione ed il suo corollario normativo e  giurisprudenziale, volto alla tutela dell’inclusione e a scongiurare discriminazioni nei confronti dei bambini di diverso orientamento religioso o filosofico: in sintesi, il principio costituzionale della Laicità. Ha insomma dato ragione, finalmente, al discreto ma integerrimo Preside Nicolò La Rocca, che non ha mai “fatto marcia indietro” arrendendosi al “volere della maggioranza”, come millantato da certi politicanti clericofascisti, ma ha semplicemente adoperato il buon senso, rispettato gli alunni, tutti gli alunni e non solo “la maggioranza dei genitori”, ed applicato le regole. Anche quelle paradossali, che impongono il crocifisso come arredamento nelle aule perché “simbolo passivo e laico”, a differenza delle statue di madonne, papi intrallazzatori e padripii, tornate “al loro posto” come richiesto da Forza Nuova, cioè a casa dell’impiegato che le aveva abusivamente installate anni fa.