Dichiarazione di Auckland contro la politica della divisione

Risoluzione dell’Assemblea Generale IHEU (International Humanist and Ethical Union), Auckland 4 agosto 2018.

Il diritto di tutte le persone a partecipare al governo della loro società è fondamentale per la libertà e la felicità umana dovunque sia riconosciuto. Per nostra fortuna viviamo in un mondo nel quale, grazie agli sforzi di donne e uomini di buona volontà, che si ispirassero ai valori dell’umanismo ateo o a un credo religioso, la democrazia è ampiamente riconosciuta come la forma di governo più giusta, razionale ed efficace di cui l’Umanità dispone. Oggi molte più persone che in passato hanno la possibilità di decidere la direzione politica della comunità in cui vivono.

Ciò nonostante, dovunque ci sia democrazia, esiste il rischio che essa venga abusata dai demagoghi, che cercano di sfruttare l’autentico e giustificato disagio di parti della popolazione additando come capro espiatorio le minoranze meno popolari, che possono includere anche avversari politici preesistenti bollati come “elite”. I demagoghi spesso ricorrono a declinazioni intolleranti del nazionalismo così come ad altre forme di pregiudizio ed odio. La loro retorica si appella alle emozioni negative, invece che all’empatia e alla ragione.

Questa politica della divisione sta rialzando la testa in molte parti del mondo. Una politica incarnata da una nuova generazione di cosiddetti “uomini forti”, che sostengono di difendere gli interessi del popolo, ma sono pronti a comprimere i diritti umani e a calpestare le minoranze al fine di ottenere e mantenere il potere per i propri fini personali. Questi individui e il loro seguito costituiscono una minaccia immediata alla dignità umana, allo Stato di diritto, ai diritti umani, e alla libertà di tutte e di tutti.

Contro tale deriva, noi affermiamo che:

Il miglior fondamento etico per affrontare i problemi del mondo attuale e il futuro di tutti noi è vedere l’Umanità come un’unica comunità globale. Le più grandi conquiste del progresso e della solidarietà umana possono essere ottenute solo respingendo le politiche della xenofobia e del tribalismo e invece lavorando insieme per il bene comune.

La democrazia è molto di più che un’opportunità periodica di votare. Affinchè la democrazia prosperi essa dev’essere sostenuta dallo Stato di diritto e dal principio di uguaglianza davanti alla legge per tutti. Il rispetto per i diritti umani, come definiti nella Dichiarazione Universale del 1948, inclusa la libertà di espressione, dovrebbe essere il requisito minimo per qualunque democrazia. I diritti non possono essere appannaggio esclusivo della maggioranza: i diritti umani delle minoranze devono essere affermati e protetti. La libertà di espressione comprende il diritto a criticare apertamente i partiti politici, i leader, i governi e le loro politiche. Oltre ad assicurare il diritto di voto, le democrazie devono valorizzare la stampa libera e prevedere sistemi per garantire trasparenza e responsabilità di governanti e amministratori, e la possibilità per i cittadini di criticare e rimpiazzare pacificamente i governi fallimentari e impopolari.

Le democrazie possono sopravvivere solo in una cultura che promuove la discussione aperta. I disaccordi vanno risolti in maniera pacifica e tollerante, tramite il dibattito e il ragionamento logico.

I problemi del nostro presente sono più complessi di quanto lo siano mai stati nella storia. Qualunque politico sostenga di avere soluzioni facili dev’essere guardato con sospetto e le sue affermazioni analizzate minuziosamente.

Il progresso umano sta accelerando vertiginosamente, ma i suoi frutti non sono distribuiti equamente nel mondo. La mortalità infantile sta decrescendo, l’aspettativa di vita ed il reddito pro-capite aumentano, ma moltitudini vivono ancora in povertà in un mondo di abbondanza. Troppo spesso i diritti umani vengono violati, c’è insicurezza, e in molti paesi emergono nuove minacce alla stabilità economica, all’ambiente e alle tutele sociali. Di questi problemi dovrebbero farsi carico gli individui, le organizzazioni non governative, i governi e le organizzazioni internazionali.

Noi rifiutiamo la politica della divisione e ci appelliamo a tutti i politici e ai cittadini affinché rigettino la retorica e le pratiche semplicistiche che la caratterizzano, e riconoscano il danno causato all’Umanità dalle ideologie divisive.

Noi ci impegniamo ad affrontare le cause sociali della politica della divisione: le disuguaglianze sociali, il disprezzo per i diritti umani, le concezioni fuorvianti quanto diffuse sulla natura della democrazia, la mancanza di una solidarietà globale; e chiamiamo le organizzazioni aderenti all’Unione Internazionale Etico-Umanista e tutte le persone che si considerano umaniste ad unirsi a noi in questa missione. Esortiamo gli umanisti e le umaniste di tutto il mondo a sostenere e difendere i valori della democrazia, dello Stato di diritto, dell’uguaglianza e dei diritti umani, e a denunciare e contrastare la politica della divisione ovunque, nelle proprie nazioni e internazionalmente.

(traduzione di Giorgio Maone)