Darwin Day + Thinking Day con Uaar + GNGEI

Oggi 22 febbraio è il World Thinking Day (Giornata del Pensiero), in cui associazioni scout di tutto il mondo ricordano il fondatore dello scautismo e del guidismo Robert Baden-Powell riflettendo sui loro valori, come rispetto per l’ambiente, parità di genere e inclusività.

La sezione palermitana del CNGEI – Associazione Scout Laica, graditissima ospite il sabato e la domenica del Circolo UAAR di Palermo in via Matteo Bonello 39, celebrerà domenica prossima 25 febbraio insieme alla sezione di Trapani al Planetario di Palermo, animando con Ans Le Taddarite i laboratori “Darwin Day Kids” nel nostro Darwin Day 2024 – Siamo nelle nostre mani.

Non perdete questa occasione per incontrare un “altro” scautismo, aperto a tutt3, libero da retaggi confessionali e più fedele alla matrice laica ed umanista delle origini.

Darwin Day After 2023

Il Circolo Uaar di Palermo e il suo coordinatore Giorgio Maone, nella serenità e soddisfazione del giorno dopo, vogliono esprimere immensa gratitudine:

  • a tutte le persone e le famiglie intervenute al Darwin Day 2023 “A nostra immagine”
  • a Mario Giuseppe Guarcello, Fiordalisa Melodia, Rosario Sorbello e Marco Vattano per la loro generosa disponibilità ed i loro interessanti e coinvolgenti contributi scientifici;
  • a Sandra Marineo per l’assiduità e l’affetto con cui accompagna la manifestazione da 7 anni e per le foto allegate;
  • alle attiviste e gli attivisti che hanno ancora una volta rinnovato questo miracolo laico palermitano!

Un ringraziamento particolare alla gestione del Planetario di Palermo che ci ha ospitati e all’INAF, che ha curato i laboratori ludico-scientifici.

Appuntamento all’anno prossimo!




TombolAtea

Per celebrare l’antica tradizione dei Saturnalia e contro il logorio del natale moderno, venerdì 23 dicembre a partire dalle ore 18 vi invitiamo nella nostra sede di via Bonello 39 per una entusiasmante TombolAtea con ricchi premi e cotillon.
E siccome crediamo nell’oltretombola, non ci faremo mancare altri giochi da tavolo assortiti, sessioni a squarciagola di caroling acustico/agnostico, qualcosa da sgranocchiare e tanto #caloreumanista™. Dulcis in fundo, tessere espresse per chi volesse unirsi a noi nel rendere questo paese laico e civile
Viandanti in cerca di un’oasi presepe-free, questa è la meta giusta: ora più che mai, ADESTE INFIDELES!

Ernesto Ruffini, il re delle due Sicilie

Oggi alle 21 Carmelo Lucchesi, vicecoordinatore del Circolo Uaar di Palermo, inaugura il ciclo di conversazioni laiciste e siciliane “U cafè Umanista” raccontando in diretta Facebook la complessa e controversa figura del cardinale che governò l’arcidiocesi del capoluogo siciliano per oltre un ventennio, tristemente nota ai più per le sue affermazioni spregiudicate sulla mafia.

XX Settembre 1870-2020: 150 anni, e per noi è sempre una festa!

Alla solennità del XX Settembre 1870 (breccia di Porta Pia, presa di Roma e fine dello Stato Pontificio) sono state dedicate strade e piazze, ed è stata festa nazionale fino al 1930, quando fu abolita da Mussolini come conseguenza dei Patti Lateranensi.


Per noi dell’Uaar resta una Festa di laicità e libertà, e nel 150mo anniversario vogliamo dirlo, declamarlo e cantarlo nelle principali piazze d’Italia: rievocazioni storiche, testimonianze e informazioni sui diritti laici, inni della tradizione laicista italiana e non, il tutto intriso del nostro consueto #caloreumanista™.


A Palermo vi aspettiamo domenica 20 settembre 2020 in piazza Verdi, davanti al Teatro Massimo, dalle 10 alle 20.

Vi aspettiamo numerosi, prudenti e distanziati ma festosi: invitate amiche e amici, anche su Facebook.

Adeste infideles!

L’8 marzo laico dell’UAAR di Palermo

Il Circolo UAAR di Palermo manifesterà venerdì 8 marzo 2019, a supporto dello sciopero globale transfemminista proclamato da Non Una di Meno, contro l’ascesa delle destre reazionarie e degli integralismi religiosi che hanno stretto ormai da tempo un patto a livello globale. Dal Brasile all’Ungheria, dall’Italia alla Polonia, dagli Stati Uniti alla Russia, le politiche contro le donne e le persone LGBTIA+, la difesa della famiglia “tradizionale” eteronormata e dell’ordine patriarcale, gli attacchi alla libertà di abortire vanno di pari passo con la guerra aperta contro le persone migranti, le minoranze religiose, la libertà di pensiero e di autodeterminazione di ciascuna e di ciascuno.

Manifestiamo perché rifiutiamo ogni forma di ingerenza e di controllo, confessionale e non, sui nostri corpi, sulle nostre scelte e sulle nostre vite. Ci opponiamo fermamente all’alleanza scellerata creatasi tra nuovi e vecchi fascismi e il clericalismo dilagante che, attraverso una strategia retorica e politica elaborata già da anni, trova nei gruppi contro la libertà di scelta delle donne e nei tradizionalisti di ogni estrazione i vettori dell’opposizione alle trasformazioni sociali in senso anti-essenzialista e laico.

Manifestiamo contro i continui attacchi sul fronte teorico, giuridico, medico, scolastico posti in essere da coloro che promuovono una visione confessionale dell’ordine sessuato e sessuale, demonizzando e delegittimando le lotte e le rivendicazioni del movimento femminista e del movimento LGBTQIA+.

Manifestiamo contro il disegno di legge Pillon su separazione e affido, che impone una visione religiosa e gerarchica delle relazioni familiari, subordina le donne al ruolo di madri e mogli, strumentalizza i figli vincolando i coniugi e ostacolando di fatto lo scioglimento del matrimonio; chiediamo pertanto l’immediato ritiro di questo DDL.

Manifestiamo contro le reiterate azioni poste in essere per il depotenziamento della legge 194 e la crescente obiezione di coscienza negli ospedali pubblici che rendono inapplicabili le leggi dello Stato in materia di aborto e biotestamento.

Manifestiamo per contrastare il pernicioso indottrinamento nelle scuole e nelle Università da parte di coloro che tentano di imporre una visione religiosa e/o tradizionalista della famiglia e delle relazioni.

Manifestiamo contro il World Congress of Families di Verona che riconosce come famiglia quella fondata esclusivamente sul matrimonio tra un uomo e una donna eterosessuali e sui loro figli biologici, che impone una visione patriarcale e confessionale dell’esistenza, relega le donne al ruolo di fattrici di figli, promuove discriminazione e invisibilizzazione delle persone LGBTIA+. Chiediamo il ritiro immediato del patrocinio e della partecipazione ad ogni titolo, della Provincia di Verona, della Regione Veneto, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Famiglia e delle Disabilità e dei loro rappresentanti, che con il loro appoggio implicito o esplicito disonorano le nostre istituzioni democratiche.

Manifestiamo contro un sistema di pensiero patriarcale, misogino, omotransfobico, e contro le strutture economiche e sociali attraverso cui, in un gioco di complicità implicita, l’uno sostiene e perpetua le altre.

Rivendichiamo per tutte e tutti la libertà di scelta e di autodeterminazione.

L’8 marzo alle 16:30 saremo in piazza Politeam. Liber* di scegliere, liber* di determinarci!

Non c’è fede che tenga a Palermo

Un libro necessario e urgente. Una conversazione difficile, complessa ma non rinviabile. La sfida della convivenza tra culture e sensibilità differenti si può vincere solo con la laicità, a garanzia dei diritti di tutte e di tutti.

“Non c’è fede che tenga: un manifesto laico contro il multiculturalismo”. L’autrice Cinzia Sciuto lo presenta presso La Feltrinelli Libri e Musica di Palermo (via Cavour 133) mercoledì 13 febbraio alle 18, con Daniela Tomasino (consigliere nazionale Arcigay) e Giorgio Maone (coordinatore regionale UAAR).

Un’occasione imperdibile di riflessione per chi aspira a una società inclusiva che non arretri sul terreno della libertà e dei diritti civili.

Evento Facebook

I Presidi: alla Ragusa Moleti un atto dovuto di legalità, politici ignoranti della legge

Riportiamo il comunicato dell’ANP, l’Associazione Nazionale dei Presidi.

associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola
ADERENTE ALL’ESHA EUROPEAN SCHOOL HEADS ASSOCIATION
Sez. PALERMO
anp.palermo@gmail.com
COMUNICATO STAMPA

La misura è colma! In questi giorni l’ANP di Palermo, nel tentativo di contribuire alla necessaria ricomposizione delle lacerazioni ambientali oggettivamente evidenziatesi all’interno della comunità scolastica della Direzione Didattica “Ragusa Moleti”, ha sostenuto in maniera discreta e riservata il Dirigente Scolastico Nicola La Rocca, sottoposto ad una sorta di gogna mediatica solo e soltanto per avere, nella sostanza, affermato e ricordato a tanti che la scuola è fondamentalmente luogo di erogazione di un servizio pubblico finalizzato alla crescita sociale e civile dei futuri cittadini. Nulla di più e nulla di meno. E’ del tutto evidente che tale servizio deve essere assicurato nella osservanza puntuale delle norme. Non si parla (talvolta anche in maniera strumentale) della scuola come incubatrice di una cultura della legalità? Ebbene in questi giorni un dirigente dello Stato è stato, nei fatti, posto sul banco degli imputati per avere applicato quanto affermato (sebbene, col solito procedere ondivago e bizantino che ne rendono difficile la lettura) da un parere dell’Avvocatura dello Stato avente ad oggetto proprio la “celebrazione di atti di culto” all’interno dei locali scolastici. E’ appena il caso di ricordare che tale parere è stato espresso da tale ufficio (che tecnicamente deve essere visto anche come necessario supporto all’attività dei dirigenti statali) sulla base di precisi riferimenti alla Costituzione (principio di laicità dello Stato), di sentenze della Corte Costituzionale, di leggi varate dal Parlamento, di circolari del Ministero della Pubblica Istruzione. Ebbene: a quale conclusione perviene l’Avvocatura dello Stato? Sono “…sicuramente da escludersi la celebrazione di atti di culto, riti o celebrazioni religiose nella scuola durante l’orario scolastico o durante l’ora di religione cattolica, atteso il carattere culturale di tale insegnamento”!
Di fronte all’applicazione (dovuta) da parte di un dirigente scolastico di tale norma comportamentale, paradossalmente, invece d’indagare sulla sua puntuale osservanza in tutte le scuole si è sollevato un polverone mediatico, assecondando reazioni più o meno composte di genitori, ai quali – ovviamente – non si può chiedere la conoscenza dei bizantinismi della nostra legislazione. Sotto questo versante, infatti, è opportuno che il coordinatore di una comunità variamente composita quale è (sempre) una scuola, sappia accompagnare gli atti regolamentari ad una efficace e corretta comunicazione.
Detto questo sorprende, invece, assistere a comportamenti posti in essere da soggetti politici che pur di raccogliere facili consensi mostrano, ancora una volta, una gravissima e incomprensibile ignoranza della legge. Si tratta di soggetti che, avendo assunto per anni la responsabilità dell’ assessorato che si doveva occupare delle scuole siciliane, dovrebbero chiedersi, ancor prima di presentarsi provocatoriamente all’ingresso di una scuola con simboli religiosi (che meritano ben altro rispetto che quello di essere strumentalizzati!), come fare funzionare e finanziare adeguatamente la scuola in Sicilia. Negli ultimi anni in Sicilia le spese di funzionamento hanno subito un taglio che si avvicina al 50%, gli enti locali che dovrebbero occuparsi della manutenzione e della sicurezza degli edifici scolastici sono stati lasciati a secco, in alcune realtà locali i dirigenti scolastici hanno dovuto intestarsi personalmente i contratti delle utenze relative all’energia elettrica.
Suvvia, un pò di decoro e serietà! Abbiamo e nutriamo (noi si!) tale profondo rispetto per il sentimento religioso da rimanere sconcertati di fronte ad atteggiamenti e comportamenti che poco hanno a che vedere con l’affermazione della legittima e sacrosanta libertà di culto e molto hanno a che vedere e spartire con la pratica illusoria dello sciacallaggio politico. Una pratica che conduce anche alla menzogna: non risponde al vero che il Dirigente Scolastico della D.D. Moleti abbia ritirato la circolare oggetto del presunto scandalo, non corrisponde al vero che il Dirigente Scolastico della D.D. Moleti abbia disposto la rimozione dei crocifissi.
Nonostante e a dispetto di tali esponenti politici, la scuola siciliana rimane – pur tra tante e innumerevoli difficoltà e grazie alla quotidiana appassionante attività di tanti docenti, dirigenti e ausiliari – ad essere viva e vegeta, a rappresentare un’autentica palestra di convivenza civile e culturale, a costituire un presidio di legalità.

Sicilia 2017, diritti e lacità: Luigi Carollo (Cento Passi)

Le risposte di Luigi Carollo, candidato all’ARS nella lista Cento Passi, alle 6 domande su diritti e laicità poste dal Coordinamento Regionale UAAR Sicilia.
Gli aspiranti alla Presidenza (destinatari originali delle domande) e gli altri candidati che, dimostrando coraggio e rispetto per l’elettorato, hanno deciso di esporsi spiegando le loro posizioni sono elencati qui.


Gli articoli 7 e 8 della nostra Costituzione, noti più per il rimando ai Patti Lateranensi che per il loro effettivo contenuto, affermano due principi a mio parere fondamentali: la non confessionalità del nostro Stato e la libertà di culto garantita per qualunque religione o credo. La laicità, quindi, non è un’aspirazione o un progetto ma è il fondamento stesso della nostra Carta. Laicità non significa cancellazione o mancanza di rispetto verso la fede ed i sentimenti religiosi ma, al contrario, piena garanzia per gli stessi e per ogni forma di culto. Ad una chiara condizione: che essi siano considerati un fatto privato e non un fatto pubblico.

La scelta costituzionale di non fare dell’Italia uno Stato confessionale significa, quindi, che ogni religione (compresa quella Cattolica) vede garantita egualmente la libertà di culto ma nessuna di esse è una “res publica”. Da questo principio deve discendere, a mio parere, la risposta ad ognuna delle vostre domande. Quindi, le chiese e gli edifici ecclesiastici e le opere d’arte in esse/i contenute sono beni pubblici grazie al loro valore architettonico, storico, artistico. Le manifestazioni di culto che si svolgono al loro interno sono, invece, un fatto privato che riguarda esclusivamente coloro che desiderano partecipare. Per questa ragione, mentre è assolutamente legittimo e persino auspicabile che vengano destinati contributi (pubblici) alla tutela del bene pubblico, compreso quello con funzione legate al culto, non è invece legittimo finanziare le manifestazioni che si svolgono all’interno di tali edifici o dedicate al culto celebrato in tali edifici (sagre e feste patronali comprese). Meno netto dovrebbe essere il giudizio rispetto alle nuove edificazioni, nel senso che il metro dovrebbe comunque essere quello del valore artistico e culturale. Finanziare l’edificazione di una nuova chiesa in quanto “chiesa” è sperpero di denaro pubblico; un edificio anche destinato al culto che abbia comprovato valore artistico sarebbe invece pur sempre un’opera d’arte.

Gli stessi principi riguardano anche il tema degli atti di culto in luoghi istituzionali: la partecipazione ad essi è sempre e comunque (e tale deve restare) un atto privato; trovo quindi illegittimo organizzarne lo svolgimento in luoghi istituzionali, a meno che non vi sia il preventivo accordo della totalità delle persone che lavorano in loco. E’ persino scandaloso, oltre che illegittimo, che il tempo dedicato agli atti di culto venga retribuito come tempo lavorativo. Aggiungo, inoltre, che sempre in presenza di preventivo accordo la libertà di organizzare e partecipare ad atti di culto debba essere riconosciuta a chiunque prescindere dal credo; sempre, ovviamente, senza alcuna retribuzione dato che non si tratta di attività lavorativa.

Anche per quanto riguarda le strutture ospedaliere, va rispettato il dettato costituzionale: qualunque forma di assistenza di carattere religioso va garantita a chiunque, non solo a chi è cattolico/a. Il che comporta anche che le sale di preghiera dovrebbero essere sostituite da Sale rispettose di qualunque confessione ed anche di chi non professa alcuna religione. Trovo molto bella la proposta delle Sale del Silenzio proprio perché rispettosa di quel carattere “privato” della fede cui facevo riferimento prima. Allo stesso modo trovo irrispettosa della altrui dimensione privata la pratica di funzioni e processioni in spazi di degenza pubblici: il legittimo desiderio di esercitare il proprio culto non può e non deve essere mai imposto anche ad altre/i; aggiungo, in particolar modo in strutture nelle quali il dolore ed il confronto con se stessi sono addirittura centrali.

Coerentemente con quanto sopra, anche se esula dalle domande da voi poste, trovo che sia letteralmente una barbarie l’obbligo dell’insegnamento scolastico della “religione” e l’uso delle Scuole come spazio di indottrinamento (tra l’altro esclusivamente cattolico). L’uso dell’iconografia religiosa, la prassi delle preghiere in classe, l’appalto di ore scolastiche ad insegnanti scelti/e dalla Curia, lo stesso ricatto della possibilità di esentarsi dalla frequentazione dell’ora “di religione” (esentarsi da cosa? perché un fatto che attiene il privato di ciascuna/o di noi dovrebbe essere materia dello spazio pubblico per definizione che è la Scuola Pubblica?) credo siano uno dei simboli più forti dell’arretratezza del nostro Paese in tema di Laicità e del diffuso sentimento che l’Italia sia impermeabile alla modernità ed alla serena coabitazione tra Differenze. La Regione, nel rispetto e nei limiti della propria Autonomia (che però è molto forte), dovrebbe fare tutto quanto in suo potere per rendere realmente Pubblica la Scuola, a partire dal farne un luogo di insegnamento e di pratica della Laicità.

Anche la vergognosa vicenda del numero crescente di obiettori di coscienza in relazione all’interruzione di gravidanza è offensiva innanzitutto delle nostre Leggi, a prescindere dai valori o dalla morale di chiunque. La libera scelta delle donne rispetto al portare avanti o meno la gravidanza è garantita dalla Legge: anche l’obiezione, è vero, ma a patto che non pregiudichi l’esercizio del diritto di scelta da parte della donna. Il numero di obiettori presenti nelle strutture sanitarie non è questione arbitraria ma deve essere controllato non solo dai/dalle responsabili delle strutture ma anche dalle Istituzioni. Trovo quindi molto efficace il modello di intervento inaugurato dalla Regione Lazio e ritengo che esso possa e debba essere applicato anche in Sicilia. Personalmente sono favorevole anche alla promozione dell’aborto farmacologico ma essendo al momento solo un candidato e non un legislatore mi provoca grande imbarazzo rispondere da Uomo ad una domanda che “invade” i corpi delle Donne. Per questa ragione, nel caso venissi eletto mi impegnerei ad elaborare proposte sempre e solo insieme alle compagne delle associazioni e dei collettivi che si occupano delle questioni di Genere a partire dai temi della Salute e dei Diritti.

Rispetto alle ultime due domande (compresa quella sui diritti delle persone LGBT, tema che come sapete mi sta particolarmente a cuore perché ad esso ho dedicato 25 anni di militanza), una premessa prima di rispondere. Per quanto sia anche io convinto che le discriminazioni contro le donne e contro le persone Lgbt trovino terreno fertile in molte forme di fondamentalismo religioso e talvolta anche in chi si fa scudo del proprio credo in maniera non laica (persino, quindi, fuori da derive fondamentaliste), trovo che possa esserci un rischio nell’associare tout court tali questioni al tema della laicità. Credo infatti che la matrice delle discriminazioni sia innanzitutto la cultura maschilista (non a caso propria di più di una religione) e che solo a partire dal riconoscimento di questa origine possa ciò diventare anche una questione di laicità. Nel senso che molte confessioni religiose sono focolaio di discriminazioni innanzitutto in quanto fondate sul maschilismo e sul patriarcato: l’uno e l’altro, a mio parere, sono quindi i veri avversari di chi invece pratica una cultura del rispetto delle differenze. E questo è particolarmente vero se si guarda ai dati da voi stessi proposti riguardo al turismo ed alla presenza dell’Italia e della Sicilia nelle graduatorie internazionali che “misurano” il tasso di omo/transfobia nei vari paesi: la mia personale esperienza mi fa infatti ritenere che, al netto di una palese omo/transfobia delle nostre Istituzioni e del loro disinteresse verso i diritti delle persone Lgbt (ed anche verso il tema delle Pari Opportunità), l’Italia e la Sicilia in particolare non siano luoghi particolarmente “omofobi”. E’ invece innegabile che la nostra cultura (e, qui si, particolarmente in Sicilia) sia ancora impregnata di un fortissimo maschilismo non di rado esibito con orgoglio. E credo che proprio da questo derivi la percezione dell’Italia e della Sicilia come luoghi non ospitali e non ricettivi di una cultura del rispetto delle differenze; anche laddove le pratiche territoriali mostrino spesso il contrario.

Ciò premesso, sono ovviamente convinto che sia dovere delle Istituzioni promuovere le condizioni per la parità a partire dall’accesso al mercato del lavoro e, all’interno di esso, dalla parità di salario e di opportunità. Sono anche fermamente convinto che vada ribaltato il ragionamento rispetto alla maternità: nel senso che dobbiamo tutti/e insieme ripensare non solo il Lavoro ma anche la Genitorialità e la vita domestica. Alle donne ed agli uomini va garantito il diritto di alternare il lavoro alla cura della famiglia e dei/delle figli/e ed in tal senso vanno ripensati anche gli spazi del Lavoro: non solo, però, per le mamme ma anche per i papà. Senza questa cultura della Parità reale, diventa difficile anche solo combattere le pratiche di sfruttamento del lavoro e dei corpi delle donne.

Rispetto al tema dei diritti delle persone Lgbt, la risposta è già nella vostra domanda: la Legge Regionale 6/2015, che è frutto del lavoro anche delle associazioni Lgbt a partire dal testo in vigore in Liguria ed emendato (sulla base di un lavoro avviato già nella precedente legislatura insieme agli onorevoli Apprendi ed Aricò) in collaborazione con i/le consiglieri/e regionali del M5S, è già in sé un ottimo testo. Esso prevede infatti il contrasto alle discriminazioni non solo attraverso la formazione e azioni di informazione, ma anche attraverso la possibilità di controllare eventuali casi di discriminazione in tutte le strutture regionali o che prestano servizi per conto della Regione. La Legge però è stata solo approvata ed è ancora in attesa di attuazione: il primo passo necessario, quindi, è quello di modificare tutti i regolamenti attinenti il testo della Legge in conformità con la stessa. Sono poi necessari, ovviamente, interventi ulteriori nei settori della Formazione, del Turismo, della Cultura; le differenze di Genere e di Orientamento Sessuale non sono un tema, come mi piace sempre dire, ma uno “sguardo” attraverso il quale guardare a tutti i temi: questo per dire che non bastano interventi specifici ma è necessario che la cultura del rispetto delle differenze informi ogni atto legislativo e sia una delle chiavi di lettura che ogni Commissione, ogni Assessorato, ogni consigliere/a regionale dovrebbe avere come riferimento in ogni singola iniziativa e nella scrittura di ogni singola Legge.

XX Settembre, ancora in trincea per la Laicità

Mercoledì 20 settembre 2017 dalle 17 alle 20 il Circolo UAAR di Palermo incontra le cittadine ed i cittadini di buona volontà in occasione dell’anniversario della Presa di Roma per parlare di Laicità e di quanto questa in Italia sia ancora una necessaria utopia.

Vi aspettiamo con il nostro gazebo ed il nostro Calore Umanista® nella piazzetta all’incrocio tra via Generale Magliocco e via Ruggiero Settimo.

Evento Facebook

Adeste infideles!