Nessun Dogma a La Via dei Librai / Giornata del Biotestamento

Come già in occasione della scorsa edizione, Nessun Dogma, il progetto editoriale dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR), sarà presente alla prestigiosa manifestazione editoriale La via dei Librai con i suoi “Libri per menti libere” e le campagne per la laicità e i diritti civili che caratterizzano l’associazione.

Vi aspettiamo sia sabato che domenica, ricordandovi che il 21 aprile celebreremo, insieme all’Associazione Luca Coscioni e alla Chiesa Pastafariana Italiana anche la Giornata del Biotestamento sulla quale troverete informazioni presso il nostro gazebo al Cassaro Alto (corso Vittorio Emanuele II, pressi cattedrale).

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L’UAAR per il Palermo Pride 2018

Ieri ha avuto luogo l’Assemblea Cittadina inaugurale del Palermo Pride 2018, la cui stagione culminerà con la parata del 30 giugno.

Come nelle scorse edizioni l’UAAR intende contribuire offrendo la propria prospettiva culturale anche sul tema di quest’anno, DE*GENERE.

In particolare abbiamo proposto all’Assemblea un ciclo di dibattiti:

ESCI DALLA TUA TERRA
Diserzione, migrazione, apostasia e libertà.

Figlie e figli degeneri. Che voltano le spalle a dio, patria e famiglia. Che tradiscono, abbandonano, rinnegano, ridefiniscono il proprio genus, la propria gens, il proprio genere, i propri geni. Che riscrivono la loro storia e trasformano i loro corpi per essere autrici e autori di sè.

Storie di outing e coming out, di libertà di credo e dal credo, di tensione tra identità collettiva imposta e identità individuale conquistata. Di vita riappropriata, anche a rischio della vita.

Segnaliamo infine che ieri è stato pubblicato anche l’interessantissimo e stimolante documento Politico del Palermo Pride 2017, scaricabile qui.

L’8 marzo delle donne di UAAR Palermo

Il Circolo UAAR di Palermo aderisce allo sciopero globale delle Donne dal lavoro produttivo e riproduttivo dell’8 Marzo, per ribadire ancora una volta il proprio impegno nel combattere ogni forma di violenza maschile e di genere, fenomeno strutturale e sistemico che tocca tutti gli ambiti delle nostre esistenze.

Considerato quanto stabilito dalla Convenzione di Istanbul: “[…] Riconoscendo che la violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini e impedito la loro piena emancipazione; riconoscendo la natura strutturale della violenza contro le donne, in quanto basata sul genere, e riconoscendo altresì che la violenza contro le donne è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini[…]

Considerato che la Costituzione italiana sancisce il principio di uguaglianza di genere riconoscendo pari dignità sociale a donne e uomini davanti alla legge e rileva, tra i compiti della Repubblica, la rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano la libertà e l’eguaglianza dei cittadini e che impediscono il pieno sviluppo della persona umana(art.3), ribadendo in particolare, la parità tra donne e uomini in ambito lavorativo (artt.4 e 37), e la parità di accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza (art.51)

Manifestiamo per chiedere un cambiamento culturale e sociale e delle Istituzioni in senso laico della società, ancora strutturata su modelli millenari fondati sul potere maschile e su quello religioso che opprimono, discriminano e sottomettono le donne.

Manifestiamo affinché tutto ciò che ostacola, limita o inibisce l’autodeterminazione e libertà di scelta delle donne – stereotipi sessuali, il diritto, le ingerenze della Chiesa o di altre Istituzioni religiose – sia definitivamente rimosso dalle nostre vite.

Manifestiamo sostenendo e supportando il lavoro e le competenze specifiche delle donne che lavorano nei Centri Anti-Violenza (CAV), luoghi che sono e devono rimanere laici e femministi e chiediamo risorse e finanziamenti adeguati ai bisogni individuati dai CAV.

Manifestiamo contro la violenza subìta dalle donne migranti, doppiamente colpite, sia nei luoghi di partenza che di arrivo.

Manifestiamo contro la violenza in campo medico e sanitario sui corpi delle donne, visto la prevalenza inaccettabile degli obiettori di coscienza e i continui attacchi, clericali e non, alla salute sessuale e riproduttiva delle donne.

Manifestiamo contro ogni forma di violenza, pregiudizio e discriminazione agite contro le soggettività LGBQTIA+.

Manifestiamo contro ogni forma di disuguaglianza sociale, sfruttamento, precarietà, disoccupazione forzata, lavoro gratuito o sottopagato, disparità salariali che di fatto espongono le donne a una situazione di maggiore vulnerabilità e subordinazione.

Manifestiamo per chiedere che la Scuola e le Università siano luoghi aconfessionali che si facciano carico di trasmettere e diffondere i principi dell’antisessismo, dell’antirazzismo, dell’antiomotransfobia, riconoscendo, tutelando e valorizzando le differenze.

Manifestiamo contro la crescente dismissione del welfare e contro politiche inadeguate e insufficienti a sostegno della maternità e della genitorialità condivisa, che di fatto penalizzano, fino ad escludere, le donne dal mondo del lavoro rendendole ancora più esposte alla violenza.

Per tutto questo saremo in Piazza Verdi giovedì 8 Marzo alle 17:30.
Né devote né sottomesse, ma libere e autodeterminate!

 

UAAR Palermo con ANPI in piazza contro i fascismi sabato 24 febbraio

Razionalista contro la violenza irrazionale, umanista contro chi vuole dividere l’Umanità in razze, religioni, tribù, il Circolo UAAR di Palermo sarà domani in piazza Massimo con i Partigiani dell’ANPI a difendere la Repubblica nata dalla Resistenza contro fascisti vecchi e nuovi: non permetteremo che pochi fomentatori di odio e razzismo avvelenino le radici antifasciste dalle quali 70 anni fa è rinato il nostro Paese.

Comunicato ANPI 23/02/2018

Domani l’ANPI è in piazza a Palermo, in Piazza Massimo alle ore 16.00, in appoggio alla manifestazione nazionale di Roma, per ribadire ancora una volta che  vanno isolati i rigurgiti fascisti negando ad essi ogni legittimazione politica, come vuole la nostra Costituzione.

Chiediamo alle siciliane e ai siciliani di scendere in piazza a difesa dei valori democratici, convinti del compito di respingere con forza e con intelligenza il tentativo di una nuova strategia della tensione alimentata da un clima che tende a ricreare la logica degli opposti estremismi. E assolvere a un compito come ANPI, erede naturale dei più alti valori ideali e morali della Resistenza e della lotta di Liberazione.
Rivolgiamo un appello alle associazioni laiche e religiose, al mondo del volontariato, alle forze politiche e sindacali per un fronte comune, per una lotta politica e ideale, non certo rispondendo alla violenza con la violenza.

 

10 Febbraio: Palermo antifascista e antirazzista

Perché siamo allergici a tutte le croci, ma quelle celtiche e quelle uncinate ci fanno proprio schifo. Il Circolo UAAR di Palermo ci sarà!

Presidio a piazza Castelnuovo (Politeama) sabato 10 febbraio alle 16.00

L’attacco di matrice terroristica e di stampo fascista di Macerata, seguito al ritrovamento del corpo di una giovane donna morta in circostanze ancora da chiarire, con il coinvolgimento di due cittadini nigeriani, non costituisce un episodio isolato, ma segna un drammatico punto di svolta di un processo che è in corso da anni.

La criminalizzazione degli immigrati irregolari, i richiedenti asilo costretti e raggiungere illegalmente il nostro paese per l’assenza di vie legali di ingresso, quindi la criminalizzazione degli operatori della solidarietà, sia a mare – con gli attacchi alle ONG – che a terra, nei confronti di chi prestava assistenza ai migranti in transito in Italia diretti verso altri paesi, sono state tutte tappe che hanno permesso ad alcune forze politiche di strumentalizzare la crisi economica che sta travolgendo lo stato sociale in Italia, addossando tutte le colpe agli immigrati, soprattutto quelli arrivati negli ultimi tre anni dalla Libia, per nascondere le responsabilità di chi ha determinato la crisi e ne sta traendo enormi profitti economici e politici.


Si assiste oggi ad un capovolgimento di senso nel discorso pubblico e nel sentire collettivo.

Fondamentali principi costituzionali sono strappati in nome della difesa di una presunta sicurezza che nessuno potrà garantire davvero affidandosi all’autodifesa personale, ma neppure con una mera moltiplicazione delle forze di polizia presenti sul territorio. Si sta passando dal principio della colpa individuale, pilastro del diritto penale negli stati democratici, alla colpa collettiva, che ci riporta alle tragiche esperienze dello sterminio nazista del secolo scorso e vengono abbattute garanzie difesa e principi come la presunzione di innocenza.

Ma quello che è più grave è la reazione dello stato, come emerge dalle dichiarazioni del ministro dell’interno Minniti, che sembra dare per scontata la responsabilità collettiva e la criminalizzazione di tutti i migranti costretti alla irregolarità. E opera un sottile distinguo solo per condannare i mezzi che il mancato killer di Macerata avrebbe usato come reazione allo scempio fatto del corpo di una povera ragazza.

Appare gravissimo che non si perseguano formazioni politiche come Forza Nuova e la Lega, che hanno espresso con toni diversi solidarietà nei confronti dell’autore di un attacco terroristico. Ma appare ancora più grave l’inerzia del ministero dell’interno, che ordina alla polizia di attaccare i presidi democratici, ma assiste inerte alla ricostituzione di un partito apertamente fascista, con i suoi appartenenti che si sentono legittimati ad attaccare ovunque ed a colpire innocenti solo perché immigrati o cittadini solidali.

Se questa spirale di violenza non sarà bloccata si rischia un livello di scontro sociale che potrebbe sfociare nel conflitto armato.

Noi crediamo che i valori costituzionali vadano preservati con un impegno quotidiano. In questo momento, però, occorre anche manifestare pubblicamente per avvertire i pericoli che sta correndo la nostra democrazia, a partire dagli attacchi quotidiani che subiscono i migranti e tutti coloro che operano nel campo dell’accoglienza e della solidarietà.

La vera sicurezza nasce dal rispetto reciproco e dalla convivenza di persone che ormai sono radicate nel nostro territorio, piaccia o non piaccia a fascisti, leghisti e benpensanti di vario tipo, che scaricano sui migranti ogni tipo di frustrazione sociale. La nostra risposta è quella di promuovere iniziative concrete per il riconoscimento dei diritti fondamentali e dei diritti sociali a tutti ed a tutte, senza discriminazioni di “razza” e di nazionalità.

Su questo chiamiamo alla partecipazione tutti coloro che vogliono davvero garantire per il futuro convivenza pacifica e rispetto reciproco con i migranti. La violenza istituzionale ed il terrorismo fascista, che spesso si sono ritrovate alleate, non possono che spingere nel baratro il nostro paese. Occorre un rafforzamento delle reti di solidarietà e della capacità di risposta ad attacchi che temiamo possano proseguire ancora in futuro.

Per questo vi invitiamo tutti/e a partecipare alla MANIFESTAZIONE di SABATO 10 febbraio a Palermo alle ore 16 a Piazza Politeama, IN CONTEMPORANEA CON LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI MACERATA.

Partecipare, essere presenti, collegarsi con tutte le realtà antirazziste ed antifasciste costituisce l’unica possibile risposta per difendere la sicurezza di tutti e le speranze di futuro per i nostri figli e le nostre figlie.

SOLIDARIETA’ ALLA DONNA ED AGLI UOMINI FERITI DALLA VIOLENZA CIECA E RAZZISTA

La “Piccola Biblioteca della Curiosità” fa il bis all’Ospedale Di Cristina

Venerdì 15 dicembre alle ore 15, come già lo scorso anno, anche il Circolo UAAR di Palermo si ergerà a baluardo delle nostre radici e delle nostre tradizioni, e rinnovando l’antichissima usanza della strenna.

Anche stavolta col generoso supporto del Maestro Giocoliere Saltimbanco Jonathan Marquis, incontreremo alunne e alunne dell‘Istituto Comprensivo Statale G.E. Nuccio, la scuola che opera all’interno dell’Ospedale Pediatrico Di Cristina, e le insegnanti e gli insegnanti che con la loro professionalità e sensibilità consentono ai piccoli degenti di non interrompere il loro percorso di arricchimento culturale.

Allo spettacolo di Jonathan seguirà una merenda “di stagione”, occasione per  brindare a un Personaggio fondamentale nella storia dell’Umanità nato il 25 dicembre. Ma soprattutto avremo l’opportunità di donare alla Scuola alcuni libri scelti con la testa e con il cuore, tanto divertenti quanto intellettualmente stimolanti:

  • Cose dell’altro secolo. I grandi avvenimenti del Novecento
  • Darwin, rivoluzionario della scienza
  • Einstein e le macchine del tempo
  • Forse sì, forse no. Una guida per giovani scettici
  • Il bambino che inventò lo zero
  • Il grande grosso libro del corpo
  • Il grande grosso libro delle famiglie
  • La principessa salvata dai libri
  • Lisette e la scoperta dei dinosauri
  • Mi piace Spiderman… e allora?
  • «Mi scusi, per trovare Dio?» Domandò il piccolo maialino
  • Sono stato io! Una Costituzione pensata dai bambini
  • Stretta la foglia, larga la via. Tutte le fiabe (edizione integrale)
  • Susan la piratessa

Alle giovanissime lettrici e ai giovanissimi lettori auguriamo una fulminea guarigione, un ostinato buonumore e che preservino nel tempo lo spirito di curiosità che rende magnifica questa loro età.

La Ministra Ricostituita

Questa volta Valeria Fedeli non si è fatta trovare impreparata, quando è stata interrogata al Question Time del 6 dicembre  su un tema di grande attualità nei parlamenti di tutte e democrazie occidentali: “Iniziative di competenza volte a salvaguardare le manifestazioni che caratterizzano la ricorrenza del Natale in ambito scolastico“.

L’estensore della fondamentale questione, vitale per le sorti del Paese (specie considerata il livello della “cultura” religiosa, pure brandita coma arma identitaria contro “gli altri”), è Raffaele Vignali, deputato alfaniano ed ex presidente della Compagnia delle Opere, il potente braccio imprenditoriale di Comunione e Liberazione. L’Onorevole Vignali si è rifatto direttamente alla vicenda della scuola Ragusa Moleti di Palermo, ricordando con malcelata soddisfazione anche l’avventata dichiarazione della Fedeli davanti alla platea cattolicissima del “Festival della dottrina sociale della chiesa” contro il Dirigente Scolastico; dichiarazione doverosamente condannata da noi dell’UAAR, dai sindacati della Scuola e dagli stessi colleghi del Dirigente Scolastico, per la sua manifesta infondatezza e grave inopportunità, ancor più in quanto proferita da un’ex sindacalista.

Nel frattempo però la Ministra si è documentata, ci piace pensare anche per merito nostro: nella sua replica ha infatti citato la Costituzione ed il suo corollario normativo e  giurisprudenziale, volto alla tutela dell’inclusione e a scongiurare discriminazioni nei confronti dei bambini di diverso orientamento religioso o filosofico: in sintesi, il principio costituzionale della Laicità. Ha insomma dato ragione, finalmente, al discreto ma integerrimo Preside Nicolò La Rocca, che non ha mai “fatto marcia indietro” arrendendosi al “volere della maggioranza”, come millantato da certi politicanti clericofascisti, ma ha semplicemente adoperato il buon senso, rispettato gli alunni, tutti gli alunni e non solo “la maggioranza dei genitori”, ed applicato le regole. Anche quelle paradossali, che impongono il crocifisso come arredamento nelle aule perché “simbolo passivo e laico”, a differenza delle statue di madonne, papi intrallazzatori e padripii, tornate “al loro posto” come richiesto da Forza Nuova, cioè a casa dell’impiegato che le aveva abusivamente installate anni fa.

 

 

I Presidi: alla Ragusa Moleti un atto dovuto di legalità, politici ignoranti della legge

Riportiamo il comunicato dell’ANP, l’Associazione Nazionale dei Presidi.

associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola
ADERENTE ALL’ESHA EUROPEAN SCHOOL HEADS ASSOCIATION
Sez. PALERMO
anp.palermo@gmail.com
COMUNICATO STAMPA

La misura è colma! In questi giorni l’ANP di Palermo, nel tentativo di contribuire alla necessaria ricomposizione delle lacerazioni ambientali oggettivamente evidenziatesi all’interno della comunità scolastica della Direzione Didattica “Ragusa Moleti”, ha sostenuto in maniera discreta e riservata il Dirigente Scolastico Nicola La Rocca, sottoposto ad una sorta di gogna mediatica solo e soltanto per avere, nella sostanza, affermato e ricordato a tanti che la scuola è fondamentalmente luogo di erogazione di un servizio pubblico finalizzato alla crescita sociale e civile dei futuri cittadini. Nulla di più e nulla di meno. E’ del tutto evidente che tale servizio deve essere assicurato nella osservanza puntuale delle norme. Non si parla (talvolta anche in maniera strumentale) della scuola come incubatrice di una cultura della legalità? Ebbene in questi giorni un dirigente dello Stato è stato, nei fatti, posto sul banco degli imputati per avere applicato quanto affermato (sebbene, col solito procedere ondivago e bizantino che ne rendono difficile la lettura) da un parere dell’Avvocatura dello Stato avente ad oggetto proprio la “celebrazione di atti di culto” all’interno dei locali scolastici. E’ appena il caso di ricordare che tale parere è stato espresso da tale ufficio (che tecnicamente deve essere visto anche come necessario supporto all’attività dei dirigenti statali) sulla base di precisi riferimenti alla Costituzione (principio di laicità dello Stato), di sentenze della Corte Costituzionale, di leggi varate dal Parlamento, di circolari del Ministero della Pubblica Istruzione. Ebbene: a quale conclusione perviene l’Avvocatura dello Stato? Sono “…sicuramente da escludersi la celebrazione di atti di culto, riti o celebrazioni religiose nella scuola durante l’orario scolastico o durante l’ora di religione cattolica, atteso il carattere culturale di tale insegnamento”!
Di fronte all’applicazione (dovuta) da parte di un dirigente scolastico di tale norma comportamentale, paradossalmente, invece d’indagare sulla sua puntuale osservanza in tutte le scuole si è sollevato un polverone mediatico, assecondando reazioni più o meno composte di genitori, ai quali – ovviamente – non si può chiedere la conoscenza dei bizantinismi della nostra legislazione. Sotto questo versante, infatti, è opportuno che il coordinatore di una comunità variamente composita quale è (sempre) una scuola, sappia accompagnare gli atti regolamentari ad una efficace e corretta comunicazione.
Detto questo sorprende, invece, assistere a comportamenti posti in essere da soggetti politici che pur di raccogliere facili consensi mostrano, ancora una volta, una gravissima e incomprensibile ignoranza della legge. Si tratta di soggetti che, avendo assunto per anni la responsabilità dell’ assessorato che si doveva occupare delle scuole siciliane, dovrebbero chiedersi, ancor prima di presentarsi provocatoriamente all’ingresso di una scuola con simboli religiosi (che meritano ben altro rispetto che quello di essere strumentalizzati!), come fare funzionare e finanziare adeguatamente la scuola in Sicilia. Negli ultimi anni in Sicilia le spese di funzionamento hanno subito un taglio che si avvicina al 50%, gli enti locali che dovrebbero occuparsi della manutenzione e della sicurezza degli edifici scolastici sono stati lasciati a secco, in alcune realtà locali i dirigenti scolastici hanno dovuto intestarsi personalmente i contratti delle utenze relative all’energia elettrica.
Suvvia, un pò di decoro e serietà! Abbiamo e nutriamo (noi si!) tale profondo rispetto per il sentimento religioso da rimanere sconcertati di fronte ad atteggiamenti e comportamenti che poco hanno a che vedere con l’affermazione della legittima e sacrosanta libertà di culto e molto hanno a che vedere e spartire con la pratica illusoria dello sciacallaggio politico. Una pratica che conduce anche alla menzogna: non risponde al vero che il Dirigente Scolastico della D.D. Moleti abbia ritirato la circolare oggetto del presunto scandalo, non corrisponde al vero che il Dirigente Scolastico della D.D. Moleti abbia disposto la rimozione dei crocifissi.
Nonostante e a dispetto di tali esponenti politici, la scuola siciliana rimane – pur tra tante e innumerevoli difficoltà e grazie alla quotidiana appassionante attività di tanti docenti, dirigenti e ausiliari – ad essere viva e vegeta, a rappresentare un’autentica palestra di convivenza civile e culturale, a costituire un presidio di legalità.

COBAS: La Scuola Pubblica deve essere laica, solidarietà al Preside della Ragusa Moleti

Il comunicato di COBAS Scuola Palermo a sostegno del Dirigente Scolastico La Rocca, attaccato dalla politica e persino dalla sua ministra per un atto dovuto laicità e ripristino della legalità.

LA SCUOLA PUBBLICA DEVE ESSERE LAICA
SOLIDARIETÀ AL PROF. NICOLÒ LA ROCCA, DIRIGENTE SCOLASTICO DELLA DD “RAGUSA MOLETI” DI PALERMO

Nei giorni scorsi, su segnalazione di alcuni genitori di alunni della Direzione Didattica “Ragusa Moleti” di Palermo, il quotidiano Il Fatto ha dato notizia della presenza nei locali della scuola di immagini di culto cattolico e dell’abitudine da parte di alcuni docenti “di far pregare i bambini prima dell’inizio delle lezioni e di far intonare canzoncine benedicenti prima della consumazione della merenda”. Il DS, volendo far rispettare il principio di laicità della Scuola Pubblica e dello Stato Italiano, è prontamente intervenuto facendo rimuovere le immagini di culto e ricordando che nelle scuole pubbliche non è consentito praticare atti di culto.
Nei giorni successivi si è scatenato un asprissimo attacco contro la doverosa decisione del DS: – Manifestazioni minacciose da parte di un gruppuscolo di genitori fondamentalisti e di attivisti dell’estrema destra di Forza Nuova.
– Dichiarazioni (al limite delle intimidazioni) da parte di politicanti di vario colore, dall’estrema destra al PD, proni agli interessi vaticani.
– Una dichiarazione della ministra Fedeli che, mentre era ospite del 7° Festival della Dottrina sociale della Chiesa in svolgimento a Verona, si è schierata contro il DS La Rocca parlando d’altro: crocifissi rimossi e feste religiose quando invece il DS si è limitato a ricordare che secondo il Consiglio di Stato non è consentito lo svolgimento di atti di culto nelle scuole. La ministra (nota per avere millantato una laurea inesistente e per aver regalato ai genitori il potere di veto sui contenuti dell’insegnamento con la recente emanazione delle linee-guida del MIUR sull’“educazione al rispetto”) ha pure lamentato un presunto “mancato coinvolgimento dei genitori” nella decisione del DS, invece l’iniziativa era partita proprio dalla segnalazione di alcuni genitori e si configurava come un richiamo alla legalità.
Sia chiaro che per i Cobas della scuola la libertà di culto fuori delle aule e degli altri edifici della pubblica amministrazione è un diritto. Come pure è un diritto, per chi professa religioni diverse da quella cattolica o non ne professa alcuna, non imbattersi in simboli o in celebrazioni di atti di culto di qualsiasi religione in detti luoghi.
La natura della Scuola Pubblica deve essere democratica e laica, cioè aperta al confronto e rispettosa di ogni orientamento religioso, filosofico, etico ed ideologico, senza che alcuno di essi prevarichi gli altri.

I Cobas della scuola di Palermo esprimono la loro solidarietà al DS Nicolò La Rocca, che con la sua decisione sta tentando di rimettere nei binari della legalità la scuola che dirige, affinché ogni bambino sia accolto e educato per poter sviluppare le proprie convinzioni quanto più autonomamente possibile.

Palermo 27 novembre 2017

Impropria e improvvida è l’uscita della Ministra

“Il preside di Palermo che ha fatto togliere il crocefisso dall’aula ha attuato in modo improprio una circolare del 2009 che indicava che non dovevano esserci scuole confessionali, che è cosa differente dall’avere in classe i simboli della religione cattolica. Chi è intervenuto in quel modo intanto non ha ascoltato i genitori, dopodiché dal 2009 c’è una circolare, esito di una sentenza dello Stato, e tu intervieni in quel modo facendo nascere un problema”
Probabilmente informata male e desiderosa compiacere la platea clericale davanti alla quale si era presentata (il “Festival della Dottrina Sociale della Chiesa“, niente meno!), la Ministra dell’Istruzione ha inanellato una serie di sciocchezze (di “argomenti fantoccio“, per l’esattezza): il riferimento ai crocifissi, che invece non sono mai stati rimossi (“perché normati”, come ha ribadito più volte il dirigente), a un presunto divieto ai bambini di pregare, quando invece la circolare rivolta agli insegnanti si limitava a ricordare che gli insegnanti non possono improvvisarsi ministri di culto guidando le preghiere e trasformando così effettivamente la scuola pubblica statale in scuola confessionale; e infine a un presunto “mancato coinvolgimento dei genitori”, quando l’iniziativa era partita proprio dalla segnalazione di un genitore e si configurava comunque come un richiamo alla legalità per gli insegnanti. Se poi si intende che avrebbe dovuto decidere una ipotetica “maggioranza dei genitori”, allora non si è capito proprio nulla della Democrazia e dello Stato di Diritto: quando si tratta di diritti (come quello di un bambino non cattolico a non essere discriminato dalla scuola pubblica), il capriccio della maggioranza non può essere un criterio decisionale. Lo Stato di Diritto serve proprio a tutelare i più deboli e le minoranze dalla prepotenza delle maggioranze.
 
Rinnoviamo la nostra solidarietà al Dirigente Scolastico Nicola La Rocca, lasciato solo anche dalle istituzioni per aver difeso la legalità. Il che, soprattutto in una città con la storia di Palermo, mette i brividi.