Una triste storia, di cui per ora si prospetta un lieto finale, raccontata attraverso i documenti. Eventuali ulteriori episodi saranno aggiunti in calce.
I. L’invito
II. La diffida
Al Dirigente Scolastico
e p.c. al Consiglio di Istituto
dell’ICS Alberico Gentili
di Palermo
Palermo, 4 maggio 2016
Oggetto: atti di culto in orario scolastico
Egregio Dirigente,
in conclusione del Consiglio Interclasse svoltosi ieri 3 maggio presso il Plesso Pitrè, la Presidente mi ha mostrato un invito a Lei indirizzato (protocollo n. 2716 del 27 aprile 2016), che stava apparentemente girando tra gli insegnanti insieme ad un foglio di firme che non ho esaminato per ovvi motivi di privacy ma che si presume integrasse una lista di adesioni, o almeno di conferme per “presa visione”. Ciò ha destato in me un forte stupore unito alla convinzione che tale documento circolasse a Sua insaputa, pur essendone Lei il destinatario esplicito. Esso infatti costituisce una grave istigazione a violare il principio costituzionale della Laicità dello Stato e la giurisprudenza che lo regola nella Scuola Pubblica Statale, laddove invita “gli alunni e le insegnanti” (chissà perché presunte tutte di genere femminile) dell’Istituto da Lei diretto a celebrare la cosiddetta apparizione della “Nostra Signora di Fatima”, partecipando a un rito cattolico e ad altre attività di carattere religioso in orario curriculare, nella mattinata di venerdì 13 maggio.
Sicuramente Lei, nella sua qualità di Dirigente ma anche di sindacalista, è a conoscenza dell’apparato giurisprudenziale che proibisce di modificare il normale svolgimento delle lezioni nelle Scuole Pubbliche Statali per consentire celebrazioni di carattere confessionale; la programmazione di atti di culto è infatti tollerata solo al di fuori dell’orario delle lezioni, come è chiaramente verificabile nelle norme e nelle sentenze di seguito ricapitolate:
- d.lgs. 16 aprile 1994, n. 297, recante il testo unico in materia di istruzione, che all’art. 311 fa divieto, nelle classi nelle quali sono presenti alunni che abbiano dichiarato di non avvalersi di insegnamenti religiosi, di svolgere pratiche religiose in occasione dell’insegnamento di altre materie o secondo orari che abbiano comunque effetti discriminanti;
- la legge 11 agosto 1984, n. 449, di approvazione dell’intesa con la Tavola Valdese, che all’art. 9 vieta ogni eventuale pratica religiosa che si svolga in orario scolastico o secondo orari che abbiano effetti discriminati per gli alunni, nelle classi in cui sono presenti alunni che abbiano dichiarato di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica;
- la legge 22 novembre 1988, n. 516, relativa all’intesa con l’Unione italiana delle Chiese cristiane avventiste del 7° giorno (art. 11); la legge 22 novembre 1988, n. 517, relativa all’intesa con le Assemblee di Dio in Italia (art. 8); la legge 8 marzo 1989, n. 101, relativa all’intesa con le Comunità ebraiche italiane (art. 11); la legge 12 aprile 1995, n. 116, relativa all’intesa con l’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia (art. 10); la legge 29 novembre 1995, n. 520, relativa all’intesa con la Chiesa Evangelica Luterana in Italia (art. 8): le quali, con disposti analoghi, vietano che siano previste forme di insegnamento religioso diffuso nello svolgimento dei programmi di altre discipline e che siano richieste agli alunni pratiche religiose o atti di culto;
- la sentenza del TAR per l’Emilia-Romagna, Bologna, sez. II, del 17 giugno 1993, n. 250, che annulla le delibere dei Consigli di circolo che avevano autorizzato lo svolgimento di cerimonie religiose in orario scolastico;
- la sentenza del TAR per il Veneto, sez. II, del 20 dicembre 1999, n. 2478, che dichiara illegittima la delibera del Consiglio di circolo che disponeva lo svolgimento di attività religiose in orario scolastico.
In particolare, con tale ultima decisione, il TAR ha annullato anche la Circolare del Ministro per la Pubblica Istruzione del 13 febbraio 1992, prot. n. 13377/544/MS, nella quale il Ministro affermava di ritenere che «il Consiglio di Istituto … possa deliberare … di far rientrare la partecipazione a riti e cerimonie religiose tra le manifestazioni ed attività extrascolastiche previste dalla lettera d) dell’art. 6, d.p.r. 416/74».
Mi auguro che questa sinossi le sia gradita e possa agevolarla nell’affrontare i responsabili, probabilmente recidivi come potrà constatare dal carteggio intercorso giusto un anno fa tra me e il Suo predecessore (“Att.ne Dirigente: Attività di culto in orario scolastico”, opec275.20150420130104.05824.04.1.48@pec.aruba.it del 20 marzo 2015; “C.se att.ne Dirigente scolastico, urgente – Fwd: Re: R: Diffida atti di culto”, opec275.20150507124125.08379.06.1.16@pec.aruba.it del 7 maggio 2015). Nel caso in cui l’episodio non Le fosse già stato riferito, ne troverà l’epilogo alquanto traumatico, a causa del travisamento della realtà operato ai danni dell’allora Dirigente fino alla vigilia dell’evento, rappresentatogli come “culturale” sotto la fattispecie di “visita ad un monumento”: appurati i fatti la mattina stessa, ogni esplicita, implicita o presunta autorizzazione venne ritirata all’ultimo momento e una sola insegnante, presumibilmente la principale promotrice tra il personale scolastico, si ostinò a recarsi presso il vicino santuario posticipando il suo ingresso a scuola (suppongo avvalendosi di un permesso breve) e “precettando” i genitori per accompagnare gli alunni, ovviamente privi di copertura assicurativa, a rendere omaggio al “monumento” con la “tradizionale offerta di fiori”, che numerosi bambini di altre classi a cui erano stati con eccessiva superficialità richiesti dovettero verosimilmente cestinare o magari donare alle maestre. Auspico per quest’anno un esito più ecologico.
Mi rincresce dovermi rivolgere alla Dirigenza Scolastica in termini così perentori per la seconda volta in due giorni, e soprattutto essere costretto a sottoporle questioni che parevano risolte, e che tuttavia si ripropongono pervicacemente da un anno all’altro, ma confido nella Sua comprensione: alcune condotte disinvolte e reiteratamente esibite da una parte del personale di questo Istituto, ed in particolare del Plesso Pitrè, esigono fermezza nel pretendere il rispetto dello Stato di Diritto e nel censurare iniziative che configurano una vera e propria discriminazione nei confronti delle minoranze. Confido che il Suo Ufficio si premurerà di ragguagliare il Consiglio di Istituto sull’illegittimità di eventuali delibere in contrasto con le normative in vigore.
La informo infine che se, nonostante le ripetute diffide, inclusa la presente, venissero comunque programmate o effettuate iniziative di carattere confessionale che prevedano la modifica dell’orario delle lezioni, si procederà giudizialmente in sede civile, amministrativa e penale, con la più ampia pubblicità.
Distinti saluti.
Giorgio Maone
III. Il chiarimento
IV. Ringraziamenti e auspici
From: Giorgio Maone <hackademix@pec.maone.net>
To: paic8an00g@pec.istruzione.it
Date: Tue, 10 May 2016 22:48:21 +0200
Subject: Re: POSTA CERTIFICATA: atti di culto in orario scolastico
Egregio Dirigente,
La ringrazio per questo chiarimento che finalmente afferma, senza lasciar spazio ad interpretazioni ambigue ed arbitrarie, l'adesione della Scuola al principio della Laicità e la sua estraneità a iniziative confessionali come quella della Confraternita "Dame e Cavalieri della Madonna di Fatima".
Auspico che in futuro si risponda anche agli inviti che per motivi di opportunità o rispetto delle norme si è costretti a declinare, affinché essi non vengano reiterati inutilmente di anno in anno, e che se ciò nonostante li si volesse rendere noti al personale docente, contestualmente se ne espliciti e motivi l'irricevibilità, onde evitare spiacevoli equivoci.
Tornando a ringraziarla, porgo distinti saluti.
--
Giorgio Maone
https://maone.net
V. Reazioni
Sembra che alcune maestre e alcune mamme non si arrendano, anche a costo di interrompere un pubblico servizio e causare disagi ai bambini e ai genitori che contano sul normale svolgimento delle lezioni. Staremo a vedere…
Aggiornamento 12 maggio 2016
To: paic8an00g@pec.istruzione.it
Date: Thu, 12 May 2016 12:59:55 +0200
Subject: URGENTE att.ne Dirigente Scolastico: Pericolo di interruzione di pubblico servizio
Egregio Dirigente,
sono purtroppo costretto a disturbarla nuovamente in merito alla ormai paradossale questione dell'atto di culto in orario scolastico presso la Chiesa della Resurrezione di via Terrasanta innescata dall'inopportuno invito da parte della "Confraternità Dame e Cavalieri della Madonna di Fatima".
Purtroppo sembra che alcune insegnanti di 4 classi del Plesso Pitrè (III C, II B, II C e I B) stiano invitando i genitori ad accompagnare gli alunni, invece che a scuola, nel summenzionato luogo di culto domani 13 maggio alle 8:30, aggiungendo che esse stesse saranno presenti alla cerimonia.
Cosa ancor più grave, alcuni genitori riferiscono basiti che il loro rappresentante insiste nell'indicare le 9:30 come orario di ingresso per tutti gli alunni, anche quelli che non vogliono o non possono accompagnare i figli in chiesa, determinando così gravi disagi e un innegabile "turbamento della regolarità del servizio pubblico", come previsto dall'Art. 340 cod. penale:
"Chiunque, fuori dei casi preveduti da particolari disposizioni di legge, cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, è punito con la reclusione fino a un anno.
I capi, promotori od organizzatori sono puniti con la reclusione da uno a cinque anni."
Confidiamo che Lei vorrà prendere tutte le necessarie e urgenti misure per evitare che si verifichino conseguenze di tale gravità.
Distinti saluti.
--
Giorgio Maone
https://maone.net
Aggiornamento 13 maggio 2016
La fatidica mattina uno sparuto numero di famiglie ha accompagnato i propri figli alla funzione, firmandone poi l’ingresso ritardato attorno alle 9:00.
Si può rilevare con soddisfazione come sia stato comunque garantito il regolare svolgimento delle lezioni a partire dalle 8:15 anche agli alunni che, pur appartenendo alle quattro classi coinvolte, per motivi logistici o etici non hanno voluto accodarsi alla processione. Tuttavia, almeno in un’istanza genitori riferiscono il rammarico espresso dall’insegnante per essere stato costretto a non usufruire di permesso, sebbene avesse promesso di presenziare alla celebrazione, perché altrimenti la scuola avrebbe dovuto pagare un supplente per badare ai “dissidenti”.
Quanto al film…